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Cos’è l’occhiale progressivo?

L’occhiale progressivo o multifocale è al giorno d’oggi uno strumento di impareggiabile efficienza e praticità di cui ogni portatore presbite non dovrebbe privarsi (scopri di più sulla presbiopia).

Esso consente di vedere contemporaneamente bene sia da lontano che da vicino con una variazione di potere graduale (o, per l’appunto, progressiva) sfruttando i movimenti oculari che cambiano solitamente la direzione dello sguardo a secondo che sia stia guardando qualcosa davanti o intorno a noi (visione da lontano) o che si stia fissando un documento o uno schermo sotto di noi (visione prossimale).

Ecco quindi che l’utilizzo dell’occhiale progressivo richiede un periodo di adattamento, ovvero un periodo di allenamento e training di quei movimenti che per il 95% delle volte sono i movimenti spontanei ma che, in alcune circostanze specifiche, debbono essere rimodulati e adattati all’occhiale multifocale.

Le tipologie di occhiale progressivo

Gli occhiali progressivi inoltre non sono tutti uguali. Una decina di anni fa le tipologie di occhiali multifocali erano estremamente limitate e le geometrie delle lenti progressive erano rudimentali. Oggi la tecnologia di lavorazione, il design computerizzato, la conoscenza di tutti quei parametri che rendevano un occhiale multifocale “fastidioso” fanno sì che in generale tutte le geometrie siano migliorate in termini di comfort e di facilità di adattamento ma anche che ci siano tantissimi tipi di multifocale, ognuno specifico per un determinato utilizzo.

Ecco allora che si hanno occhiali progressivi di ogni genere quali, ad esempio:

Posso fare l’occhiale progressivo sulla base di un vecchio occhiale o di un controllo datato?

Il punto di partenza essenziale è sempre una recente e accurata analisi del difetto refrattivo (il controllo della vista) che deve essere condotto specificamente per ottimizzare la portabilità dell’occhiale multifocale e che richiede test molto più avanzati e tolleranze molto più basse di un come controllo base. I controlli effettuati all’interno di Ottica Omega hanno l’accuratezza necessaria alla realizzazione dell’occhiale progressivo.

Ma se tutto questo non bastasse?

Tutte le persone e tutti i sistemi visivi sono situazione a se stanti e, per quanto si vogliano ottimizzare prodotti e metodi, capita inevitabilmente che una piccola percentuale di portatori (nell’ordine di qualche punto percentuale) non riesca proprio a tollerare un determinato occhiale progressivo. Quando questo capita ci viene incontro la garanzia di adattamento.

Ogni occhiale progressivo realizzato presso Ottica Omega infatti ha una garanzia tale per cui entro 30 giorni dall’acquisto le lenti dell’occhiale progressivo a cui eventualmente non ci si fosse abituati possono essere rese e sostituite con un’altra soluzione che può essere:

* l’eventuale integrazione di prezzo fra la lente meno performante e quella più performante resta a carico del portatore.

Come abbiamo detto in apertura, l’occhiale progressivo è oggi una comodità tale che non è assolutamente sensato rinunciarvi a priori per un “timore”.

Per questo motivo facciamo di tutto per mettervi in condizioni di poterlo provare nella massima serenità e semplicità.

Negli ultimi anni è diventato sempre più frequente l’utilizzo del monitor, sia sul posto di lavoro che nelle proprie case.

Il Videoterminale (VDT) di per se non provoca disturbi, piuttosto è un uso non corretto dello stesso a determinare l’insorgenza di un malessere localizzato agli occhi, alla testa, al collo, ecc.

Studi scientifici qualificati hanno fugato ogni falso allarmismo su argomenti comunemente additati come possibili cause di disagio quali ‘radiazioni’ o campi elettromagnetici.

All’origine del malessere determinato dall’uso del VDT, la cosiddetta Office Eye Syndrome , possono essere difetti visivi non corretti, o non diagnosticati, oppure una irritazione oculare cronica a volte dovuto proprio all’uso del VDT. Altre volte ancora possono esservi altre cause come quelle determinate dalla postura stessa dell’operatore dinanzi allo schermo, il contrasto e la luminosità del monitor o la posizione dello schermo all’interno della stanza operativa.

I disturbi legati al videoterminale

I disturbi che ne possono conseguire si possono distinguere in tre gruppi:

1) Affaticamento visivo (astenopia)
2) Disturbi muscolo scheletrici da postura e movimenti ripetitivi
3) Affaticamento mentale (stress)

In questa trattazione parleremo dell ‘Affaticamento visivo’.
Dagli studi epidemiologici sui video terminalisti sono emersi, con una certa frequenza, questi disturbi visivi che vanno sotto il nome di ‘astenopia’: bruciore oculare, visione sfocata o doppia, cefalea, lacrimazione, prurito, frequente ammiccamento, arrossamento della congiuntiva, spasmo palpebrale.

Molta letteratura scientifica concorda nel ritenere questi fastidi transitori e reversibili con il riposo, anche se, quando lo stress visivo derivante diventa eccessivo, si perviene ad adattamenti organici che hanno come conseguenza un peggioramento delle condizioni visive che nel tempo si struttureranno e diverranno permanenti.

L’astenopia in questione è da riportare alla sollecitazione prolungata dei muscoli oculari deputati alla messa a fuoco (accomodazione) e al centraggio dell’immagine, sollecitazione che è tanto più impegnativa quanto più l’oggetto è posto vicino. Ovviamente questo significa che è anche possibile far rilasciare questi muscoli alternando all’impegno visivo prossimale l’osservazione di oggetti lontani a tutto vantaggio del sistema visivo.

Le possibili soluzioni

Da quanto sopra si comprende perché la normativa in vigore per i videoterminalisti richiede almeno 15 minuti di pausa ogni 2 ore di lavoro. La cosa può esser ulteriormente migliorata seguendo anche altre procedure. Va inoltre ricordato che lo sforzo dei muscoli oculari è per lo più svolto in maniera inconsapevole e solo a fine giornata se ne risentono le conseguenze quando non vengono adottate le misure preventive previste.

Pure importante è la distanza del video dagli occhi. Questo dovrebbe essere ad almeno 50-70 cm onde non creare stress ai muscoli dell’accomodazione e della convergenza, considerando anche che il punto prossimo di messa a fuoco si allontanerà gradualmente con l’età fino ad essere di circa 50 cm a 45-50 anni.

I fattori visivi

I fattori visivi che influenzano l’affaticamento visivo:

1) I vizi di refrazione non corretti o corretti non sufficientemente: (molto spesso non ci si rende conto di difetti visivi lievi che in questo tipo di lavoro diventano un elemento critico)

2) I disturbi della convergenza (eteroforie) che possono limitare la cooperazione binoculare

3) Le condizioni illuminotecniche: abbagliamenti diretti e riflessi

4) L’inquinamento indoor: crea sintomi su base irritativa (sostanze volatili , fumo di sigarette, ecc, oltre a polverosità e secchezza ambientale)

5) Orario di lavoro: protrarsi eccessivo di sforzi accomodativi e di convergenza

6) Tipo di lavoro: l’impegno visivo ha la sua influenza sul carico accomodativo e mentale

Orari di apertura

PORTO SAN GIORGIO 

LUNEDI'
16:30 ~ 20:00

MARTEDI’ – SABATO
09:00 ~ 13:00      16:00 ~ 20:00
PORTO SANT'ELPIDIO

MARTEDI’ – SABATO
09:30 ~ 13:00    16:30 ~ 20:00
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