I nostri occhi, come tutte le strutture esposte del nostro corpo, sono danneggiati dall’azione dei raggi UV. Gli occhi lo sono anche di più perchè, oltre ad essere intrinsecamente più delicati, hanno anche una serie di strutture trasparenti (quelle deputate alla visione) che consentono ai raggi UV di penetrare all’interno dell’occhio e non fermarsi solo alla superficie esterna.
Si capisce allora come sia indispensabile proteggere l’occhio dall’azione dei raggi UV.
Le lenti a contatto possono esercitare una protezione dai raggi UV (dipende dal loro materiale e bisogna far riferimento alle certificazioni delle lenti specifiche per conoscerne le caratteristiche). La lente a contatto però protegge solo la zona centrale (normalmente la cornea) e non tutte le strutture oculari.
Diventa allora indispensabile, con e senza lente a contatto, l’uso di un occhiale da sole protettivo. Ed ecco la domanda: gli occhiali da sole sono tutti uguali? Purtroppo no. In questo articolo non parleremo di aspetto estetico, non parleremo di qualità dei materiali, di durabilità, di design ma parleremo di lenti.
Una lente scura quanto si voglia potrebbe fermare buona parte della luce (ecco perchè è scura) ma non filtrare i raggi UV. Se questo accade il nostro occhio non percepisce l’intensità della luce incidente, anzi la sottovaluta e di conseguenza amplia il diametro della pupilla ovvero del foro attraverso cui la luce entra nel nostro occhio.
Così facendo si spalanca un portone per l’ingresso dei raggi UV all’interno del nostro occhio.
In definitiva utilizzare occhiali di bassa qualità, non certificati o con certificazioni fasulle può essere più pericoloso che non utilizzarli qualora gli stessi non filtrino la pericolosa e invisibile radiazione UV.
Le lenti a contatto non sono tutte uguali. Semirigide o morbide, monouso o riutilizzabili, con o senza correzione astigmatica, multifocali. Potremmo scriverne per giorni.
Oggi però parliamo solo di una ristretta categoria: le lenti morbide, di ogni genere, sferiche, toriche o multifocali.
La parte più sensibile e forse più importante del nostro occhio è la cornea, la parte trasparente della superficie esterna dell’occhio attraverso cui entrano i raggi luminosi che ci consentono di “vedere”. La cornea per preservare la sua trasparenza non ha vasi sanguigni e trae l’ossigeno che le serve a sopravvivere in salute da scambi diretti con i fluidi interni all’occhio sul suo lato interno e, soprattutto, con l’aria ambiente sul lato esterno. L’utilizzo di una lente a contatto morbida che, per il suo diametro, copre tutta la superficie della cornea, può ridurre gli scambi di ossigeno con l’aria generando quella che si chiama “ipossia” ovvero carenza di ossigeno alla cornea. Dall’ipossia si arriva a scompensi corneali più o meno gravi, spesso reversibili, ma che nel medio-lungo periodo possono compromettere seriamente la salute oculare. Edema, visione annebbiata, aloni, arrossamenti incapacità a vedere bene quando rimuoviamo le lenti e indossiamo gli occhiali possono essere alcuni, ma non tutti, dei segni che la nostra cornea sta soffrendo carenza di ossigeno.
La lente a contatto ha un’infinità di parametri che la caratterizzano: caratteristiche geometriche, raggio, diametro, forma del bordo, parametri ottici, affinità alla lacrima, idratazione, bagnabilità superficiale, modo di utilizzo, materiale, permeabilità all’ossigeno e così via. Per questa ragione essa deve essere scelta con professionalità da personale competente che possa assegnare la lente migliore ad ogni occhio e situazione di utilizzo, senza “vincoli” di tipo commerciale ma potendo scegliere fra tutte le lenti disponibili sul mercato.
In termini di materiale e ossigenazione potremmo dire, a grandi linee, che più alto è il parametro DK (la capacità del materiale di far passare ossigeno) e meglio è. In realtà però non è così semplice e anche questa scelta va fatta con accortezza.
Per usi estremamente sporadici, di qualche ora al giorno o molto saltuario durante la settimana (tipicamente solo nel weekend), una lente in semplice hidrogel può essere una soluzione accettabile.
Per usi più frequenti, tipicamente tutti i giorni per più di mezza giornata, una lente in silicone-hidrogel magari di qualità “standard” diventa sicuramente la scelta necessaria.
Se poi si aggiunge che a volte capita di fare la “pennichella” pomeridiana di una mezz’ora magari senza rimuovere le lenti (cosa sconsigliata, ricordiamo che le lenti a contatto non prevedono la possibilità di dormirci, salvo indicazioni specifiche del medico-oculista in casi particolari) la lente ad alta permeabilità all’ossigeno diventa una necessità.
Dobbiamo ricordare infine che lenti di poteri elevati, lenti per astigmatici o lenti multifocali hanno per costruzione spessori più elevati delle lenti sferiche di basso potere con cui normalmente vengono fatti i test standard sui materiali. Questo significa che se una lente nominalmente ha un valore di permeabilità all’ossigeno accettabile, spesso nella realtà, con il potere e le caratteristiche finali della lente da indossare, avrà valori di permeabilità molto più bassi e incompatibili con la salute oculare. Ecco allora che servirà una lente con un DK di partenza più alto, ovvero un silicone hidrogel magari ad “alte prestazioni”.
La lente in silicone hidrogel inoltre ha anche altri vantaggi quali, ad esempio, il fatto che si disidrata solitamente meno di altre lenti quindi, sebbene appena messa possa sembrare più “presente” nell’occhio, dopo poche ore il suo comfort diventa superiore alle altre lenti, arrivando con comodità a fine giornata.
Da Ottica Omega scegliamo, anche nei casi “semplici”, la lente più idonea per ogni persona solo dopo averne capito le esigenze e valutato le caratteristiche specifiche dell’occhio e programmiamo con il portatore una serie di controlli di follow-up per valutare la compatibilità della lente con l’occhio del portatore nel tempo.
Cerchiamo costantemente di promuovere l’utilizzo dei prodotti migliori e più rispettosi della salute oculare anche tramite iniziative commerciali come il nostro multipack di lenti in silicone-hidrogel monouso.
Questo articolo non può essere esaustivo e in alcun modo non si sostituisce al supporto e al consiglio di alcuna figura professionale. La terminologia usata non è da ritenersi scientifica ma, al contrario, mirata a rendere il più comprensibili possibili i concetti espressi.
L’occhiale progressivo o multifocale è al giorno d’oggi uno strumento di impareggiabile efficienza e praticità di cui ogni portatore presbite non dovrebbe privarsi (scopri di più sulla presbiopia).
Esso consente di vedere contemporaneamente bene sia da lontano che da vicino con una variazione di potere graduale (o, per l’appunto, progressiva) sfruttando i movimenti oculari che cambiano solitamente la direzione dello sguardo a secondo che sia stia guardando qualcosa davanti o intorno a noi (visione da lontano) o che si stia fissando un documento o uno schermo sotto di noi (visione prossimale).
Ecco quindi che l’utilizzo dell’occhiale progressivo richiede un periodo di adattamento, ovvero un periodo di allenamento e training di quei movimenti che per il 95% delle volte sono i movimenti spontanei ma che, in alcune circostanze specifiche, debbono essere rimodulati e adattati all’occhiale multifocale.
Gli occhiali progressivi inoltre non sono tutti uguali. Una decina di anni fa le tipologie di occhiali multifocali erano estremamente limitate e le geometrie delle lenti progressive erano rudimentali. Oggi la tecnologia di lavorazione, il design computerizzato, la conoscenza di tutti quei parametri che rendevano un occhiale multifocale “fastidioso” fanno sì che in generale tutte le geometrie siano migliorate in termini di comfort e di facilità di adattamento ma anche che ci siano tantissimi tipi di multifocale, ognuno specifico per un determinato utilizzo.
Ecco allora che si hanno occhiali progressivi di ogni genere quali, ad esempio:
Il punto di partenza essenziale è sempre una recente e accurata analisi del difetto refrattivo (il controllo della vista) che deve essere condotto specificamente per ottimizzare la portabilità dell’occhiale multifocale e che richiede test molto più avanzati e tolleranze molto più basse di un come controllo base. I controlli effettuati all’interno di Ottica Omega hanno l’accuratezza necessaria alla realizzazione dell’occhiale progressivo.
Tutte le persone e tutti i sistemi visivi sono situazione a se stanti e, per quanto si vogliano ottimizzare prodotti e metodi, capita inevitabilmente che una piccola percentuale di portatori (nell’ordine di qualche punto percentuale) non riesca proprio a tollerare un determinato occhiale progressivo. Quando questo capita ci viene incontro la garanzia di adattamento.
Ogni occhiale progressivo realizzato presso Ottica Omega infatti ha una garanzia tale per cui entro 30 giorni dall’acquisto le lenti dell’occhiale progressivo a cui eventualmente non ci si fosse abituati possono essere rese e sostituite con un’altra soluzione che può essere:
* l’eventuale integrazione di prezzo fra la lente meno performante e quella più performante resta a carico del portatore.
Come abbiamo detto in apertura, l’occhiale progressivo è oggi una comodità tale che non è assolutamente sensato rinunciarvi a priori per un “timore”.
Per questo motivo facciamo di tutto per mettervi in condizioni di poterlo provare nella massima serenità e semplicità.
L’astigmatismo è uno dei principali difetti visivi insieme a miopia, ipermetropia e presbiopia (anche se quest’ultima non è un vero e proprio difetto visivo come puoi capire leggendo l’articolo dedicato).
Per semplificare possiamo dire che esso è legato a cause per lo più “meccaniche” delle superfici interne o, più spesso, esterne dell’occhio che assumono delle disomogeneità di forma tali da deformare la visione degli oggetti.
Uno degli effetti più comuni di astigmatismi lievi e regolari è quello di distinguere male le forme rotonde, oltre che quello di leggere male i segnali stradali o vedere i fanali delle auto allungati o con pennacchi specie di notte o con la pioggia.
L’astigmatismo lieve può essere anche origine di forte affaticamento visivo, bruciore agli occhi, pesantezza e disturbo.
Gli astigmatismi più elevati possono dare anche forti impedimenti visivi e portare a non vedere nitidamente tanto quanto i difetti di miopia e ipermetropia.
Anche l’astigmatismo, come gli altri difetti visivi, può non essere identificato per tempo, specie in giovane età, con conseguenze anche gravi e irrecuperabili in termini di performance visiva.
Per tutti i motivi suddetti è importante sottoporre se stessi e soprattutto i propri bambini (che spesso non sono in grado di esprimere i propri problemi) a screening medico-oculistico periodico, consultando poi l’ottico, l’optometrista o l’applicatore di lenti a contatto per attuare la migliore soluzione correttiva per raggiungere la miglior performance visiva che favorisca la buona visione e la qualità della vita che solo un sistema visiva efficiente può garantire.
In ogni caso vedere bene o essere corretti con il giusto occhiale o lente a contatto non implica che non sussistano condizioni di rischio per l’occhio per cui si raccomanda l’esecuzione dei controlli oculistici periodici secondo la periodicità che lo stesso medico indicherà.
L’astigmatismo regolare può essere efficacemente corretto con occhiali da vista o lenti a contatto apposite. E’ essenziale che l’astigmatismo venga quantificato nel modo più accurato e preciso possibile perchè, a differenza degli altri difetti visivi, oltre che avere un valore di “potere” esso ha anche una direzione che renderà la sua correzione più o meno efficace, portabile e confortevole. La correzione dell’astigmatismo può essere sempre associata alla correzione della miopia e dell’ipermetropia, oltre che della presbiopia, tramite occhiale multifocale e, entro certi limiti, anche con lenti a contatto multifocali.
Gli astigmatismi irregolari, correlati a problematiche oculari di competenza del medico oculista e da egli monitorati e trattati, possono comunque essere corretti mediante lenti a contatto specialistiche che vengono applicate dall’ottico specialista in lenti a contatto con la supervisione medica periodica dell’oculista.
Questo articolo non può essere esaustivo e in alcun modo non si sostituisce al supporto e al consiglio di alcuna figura professionale. La terminologia usata non è da ritenersi scientifica ma, al contrario, mirata a rendere il più comprensibili possibili i concetti espressi.
L’ipermetropia è uno dei principali difetti visivi insieme a miopia, astigmatismo e presbiopia (anche se quest’ultima non è un vero e proprio difetto visivo come puoi capire leggendo l’articolo dedicato).
Volendo semplificare si potrebbe dire che è l’esatto opposto della miopia. L’ipermetropia è correlata normalmente ad un occhio troppo corto rispetto al punto in cui le “lenti” che costituiscono il nostro occhio finiscono con il mettere a fuoco l’immagine. Le sue conseguenze e la sua percezione sono però estremamente diverse rispetto all’antitetica miopia.
A differenza della miopia, l’ipermetropia può in parte essere compensata dai sistemi di messa a fuoco interni dell’occhio. Il nostro occhio infatti ha un suo autofocus interno che utilizza normalmente per mettere a fuoco gli oggetti vicini. In caso della presenza di ipermetropia il nostro sistema visivo cerca e riesce, entro certi limiti, a mettere a fuoco gli oggetti lontani usando impropriamente il sistema di messa a fuoco per vicino. Le conseguenze di questa “compensazione” esulano da questo articolo perchè la trattazione sarebbe troppo complessa. E’ opportuno riportare almeno alcuni esempi delle conseguenze di vari tipi di ipermetropia che spaziano in modo estremamente vasto:
Per tutti i motivi suddetti è importante sottoporre se stessi e soprattutto i propri bambini (che spesso non sono in grado di esprimere i propri problemi) a screening medico-oculustico periodico, consultando poi l’ottico, l’optometrista o l’applicatore di lenti a contatto per attuare la migliore soluzione correttiva per raggiungere la miglior performance visiva che favorisca la buona visione e la qualità della vita che solo un sistema visiva efficiente può garantire.
In ogni caso vedere bene o essere corretti con il giusto occhiale o lente a contatto non implica che non sussistano condizioni di rischio per l’occhio per cui si raccomanda l’esecuzione dei controlli oculistici periodici secondo la periodicità che lo stesso medico indicherà.
Uno dei casi che spesso capita nella quotidianità è il soggetto nella fascia di età 35 – 45 anni che lamenta di aver sempre visto benissimo da lontano e ora, improvvisamente, deve allontanare gli oggetti vicini e, sorprendentemente, inizia a vedere male da lontano, specie di sera o quando è stanco. Normalmente questo caso è quello di un ipermetrope leggero che fino ai 40 anni ha sfruttato il sistema di messa a fuoco per vicino (il sistema accomodativo, in termini più corretti). Il nostro sistema di autofocus funziona al meglio al decimo anno di età, andando incontro ad un calo di efficienza progressivo nel tempo. Intorno ai 35-40 anni si arriva ad un punto tale per cui la capacità residua risulta ancora sufficiente per mettere a fuoco da vicino ma il farlo richiede al sistema visivo uno sforzo non trascurabile in relazione alle proprie capacità. Ecco perciò che se consideriamo l’ipermetrope leggero il sistema visivo dovrà:
In parole semplici non si diventa ipermetropi a 40 anni ma a quell’età (orientativa) il sistema visivo non ha più quell’efficienza tale da compensare il difetto visivo che pochi anni prima gestiva automaticamente (quasi) senza che ce se ne accorgesse.
Questo problema visivo è strettamente correlato con l’inizio della fase della vita in cui subentra la presbiopia (leggi l’articolo dedicato). La correzione visiva per il primo presbite può essere ottenuta con lenti da occhiale o lenti a contatto specifiche sui cui vantaggi potrai essere informato efficacemente dal tuo ottico e optometrista e che possono essere molto più efficaci e durature rispetto ad un semplice occhiale per lontano o vicino.
Questo articolo non può essere esaustivo e in alcun modo non si sostituisce al supporto e al consiglio di alcuna figura professionale. La terminologia usata non è da ritenersi scientifica ma, al contrario, mirata a rendere il più comprensibili possibili i concetti espressi.
La miopia è uno dei principali difetti visivi insieme ad ipermetropia, astigmatismo e presbiopia (anche se quest’ultima non è un vero e proprio difetto visivo come puoi capire leggendo l’articolo dedicato).
La miopia ha come principale conseguenza visiva la difficoltà nel vedere nitidamente gli oggetti distanti. Il miope di contro vedrà molto bene gli oggetti vicini che saranno nitidi ad una distanza tanto più breve quanto più è alta la miopia.
La miopia ha spesso cause genetiche e ambientali. La probabilità di essere miope di un figlio di genitori miopi è più alta di uno nato da genitori non miopi. Allo stesso modo un figlio con due genitori miopi ha più probabilità di miopizzare rispetto ad uno con un solo genitore miope. I fattori ambientali inoltre contribuiscono all’innesco della miopia: attività all’aria aperta, esposizione alla luce solare, visione non confinata in spazi ristretti possono ritardare o impedire l’inizio della miopizzazione.
La miopia ha normalmente origine dalla mancanza di equilibrio fra la lunghezza del bulbo oculare e la capacità delle “lenti” che costituiscono l’occhio di mettere a fuoco l’immagine su quella specifica distanza. In nessun modo la miopia può essere compensata dal sistema visivo se non aiutato tramite una correzione esterna, ad esempio con occhiali (lenti oftalmiche) o lenti a contatto.
Alcuni segni della miopia sono: visione sfocata da lontano, tendenza a strizzare gli occhi, tendenza ad avvicinarsi agli oggetti per vederli, disattenzione, affaticamento visivo, stropicciamento degli occhi.
La miopia non si può ridurre. Una volta che la miopia si è innescata il suo aumento è progressivo e continuo per tutto il periodo dello sviluppo durante il quale l’occhio, come tutto il corpo, tende a crescere di dimensioni e ad aumentare lo squilibrio lunghezza del bulbo/messa a fuoco che origina la miopia. Le buone abitudini visive come non avvicinare troppo gli oggetti nei compiti da vicino e il fare pause frequenti osservando per almeno 20 secondi oggetti distanti almeno 6 metri ogni 20 minuti di attività da vicino possono evitare l’affaticamento oculare e la sovrapposizione di false miopie indotte dal sistema di “messa a fuoco” dell’occhio ma la progressione della miopia seguirà comunque il suo corso.
Alcune condizioni di “finta” miopia possono essere ridotte riducendo lo stress di messa a fuoco che l’occhio compie quotidianamente. Questi casi sono comunque fuori dalla norma e non vengono trattati in questa sede.
La progressione miopica anche di un “solo mezzo grado” all’anno può portare in capo a 10-12 anni di sviluppo a superare la soglia della miopia alta (-6,00 diottrie) oltre la quale i rischi per la salute oculare, oltre che l’impedimento causato dalla cattiva visione e lo spessore delle lenti correttive, diventano molto più elevati, decine di volte superiori a quelli di un occhio meno miope (ad esempio -2,00 diottrie).
La miopia può essere rallentata nella sua progressione durante il periodo dello sviluppo mediante appositi strumenti correttivi che consentono al contempo di vedere bene e di frenare il peggioramento miopico. Questi occhiali sono ad oggi lenti a contatto specifiche nelle loro forme dure e morbide secondo metodi di funzionamento diversi ma con risultati piuttosto omogenei. Una lente a contatto normale, come pure una lenti da occhiale normale, non esercita alcun effetto di controllo del peggioramento della miopia anche se è, in mancanza di meglio, l’unica soluzione per vedere bene. Una lente il cui potere sia errato, sopra o sotto dimensionato, rischia invece di peggiorare l’incremento miopico.
La miopia può essere anche piuttosto subdola: anzitutto nei bambini si può avere miopia (come pure altri difetti visivi) senza che gli stessi si lamentino di vedere male proprio perchè non sanno cosa significa vedere bene. Anche nell’adulto o nel giovane spesso la miopia può essere mascherata dalla presenza di un differente difetto nei due occhi tale per cui un occhio viene usato per vedere bene e uno (quello recante il difetto) viene “scartato” perchè il suo contributo non viene giudicato utile alla buona visione. Questa situazione è molto pericolosa anche perchè spesso persiste senza che il soggetto se ne accorga, generando problemi visivi a volte irrecuperabili.
A volte anche la “semplice” miopia può anche essere correlata senza saperlo a condizioni di anormalità dell’occhio che devono essere valutate da un medico oculista.
Per tutti i motivi suddetti è importante sottoporre se stessi e soprattutto i propri bambini (che spesso non sono in grado di esprimere i propri problemi) a screening medico-oculustico periodico, consultando poi l’ottico, l’optometrista o l’applicatore di lenti a contatto per attuare la migliore soluzione correttiva anche nell’obiettivo del rallentamento della progressione miopica, oltre che per raggiungere la miglior performance visiva che favorisca la buona visione e la qualità della vita che solo un sistema visiva efficiente può garantire.
In ogni caso vedere bene o essere corretti con il giusto occhiale o lente a contatto non implica che non sussistano condizioni di rischio per l’occhio per cui si raccomanda l’esecuzione dei controlli oculistici periodici secondo la periodicità che lo stesso medico indicherà.
Questo articolo non può essere esaustivo e in alcun modo non si sostituisce al supporto e al consiglio di alcuna figura professionale. La terminologia usata non è da ritenersi scientifica ma, al contrario, mirata a rendere il più comprensibili possibili i concetti espressi.
La presbiopia non dovrebbe essere considerato un vero e proprio difetto visivo.
Tutti diventiamo presbiti. Non c’è eccezione.
La nostra capacità di messa a fuoco da vicino è legata al sistema di messa a fuoco interno dell’occhio chiamato sistema di accomodazione. Questo sistema ha la sua massima efficienza in giovanissima età, diciamo a 8-10 anni e poi va diminuendo di efficacia nel tempo. Per un lungo periodo, diciamo fino a 40-45 anni la capacità residua di messa a fuoco è sempre alta in relazione ai requisiti per la comune lettura. A 40-45 anni un occhio che non ha alcun altro difetto visivo inizia però ad avere una capacità di messa a fuoco residua appena superiore a quella necessaria per la comune lettura. Iniziano quindi i primi problemi: si legge bene per un po’, poi ci si stanca. Ogni tanto si deve allontanare ciò che si legge o si deve fare una pausa e “sgranchirsi” gli occhi. Alla fine della giornata diventa inoltre tutto più difficile e faticoso perchè il nostro autofocus si sforza dal mattino. Per un impiegato d’ufficio il sistema è più stressato che per una persona che lavori tutti il giorno all’aria aperta guardando oggetti lontani. Con il passare degli anni il sistema cala ancora di efficienza e quei fastidi saltuari diventano sempre più frequenti fino ad avere bisogno del supporto visivo per vicino con costanza ed aumentando il potere della correzione man mano che gli anni passano fino a raggiungere un massimo intorno ai 57-60 anni quando la situazione tende a stabilizzarsi.
La correzione per vicino può essere effettuata in moltissimi modi che non possono essere spiegati esaustivamente in questo articolo ma che i professionisti che si occupano di visione potranno sicuramente spiegare al meglio in relazione alle specifiche esigenze visive. In sintesi i sistemi correttivi possono essere:
Spesso simpaticamente viene obiettato che la presbiopia non è per tutti perchè qualche amico o parente ha raggiunto età avanzate senza bisogno di occhiali per vicino o, di contro, qualcun’altro ha avuto difficoltà per vicino già qualche anno prima dei famigerati 40.
A meno di situazioni eccezionali che esulano da questo articolo, normalmente questi eventi hanno sempre una spiegazione semplice che va ricercata nel difetto visivo per lontano: tendenzialmente un miope ritarderà l’arrivo della presbiopia perchè la miopia gli consentirà di leggere bene da vicino senza occhiali; al contrario un ipermetrope vedrà sommarsi i due difetti e quindi avrà problemi per vicino prima dei 40 anni. Inoltre alcune persone hanno occhi con poteri differenti tali per cui un occhio vedrà bene per lontano e uno per vicino. Per finire persone con pupille molto molto piccole tenderanno a vedere piuttosto bene a ogni distanza (e quindi anche per vicino) per l’effetto “foro stenopeico” esercitato dalla ridotta apertura pupillare.
In definitiva la presbiopia è per tutti, il suo manifestarsi invece dipende molto dalle condizioni che la affiancano, fra difetti visivi ulteriori, necessità visive e condizioni varie.
Un consiglio? Quale che sia la vostra età e la vostra condizione (sempre salvo rare eccezioni) illuminate bene, anzi molto bene, il piano di lettura e scoprirete una nuova, fantastica qualità della visione!
Vedere bene o essere corretti con il giusto occhiale o lente a contatto non implica che non sussistano condizioni di rischio per l’occhio per cui si raccomanda l’esecuzione dei controlli oculistici periodici secondo la periodicità che lo stesso medico indicherà.
Questo articolo non può essere esaustivo e in alcun modo non si sostituisce al supporto e al consiglio di alcuna figura professionale. La terminologia usata non è da ritenersi scientifica ma, al contrario, mirata a rendere il più comprensibili possibili i concetti espressi.