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2020: OGGI POSSIAMO FRENARE LA MIOPIA.

Essere miopi non vuol dire solamente vedere male. Essere miopi in giovane etá significa avere altissime probabilità che la miopia cresca, generando difficoltà pratiche, sociali e relazionali e favorendo l’insorgenza di tutti le patologie connesse a miopie elevate (problemi retinici, cataratta, glaucoma).

Oggi è finalmente possibile rallentare attivamente la progressione della miopia, dimezzandone il tasso di crescita mediante l’utilizzo di lenti a contatto specifiche, facili da usare, confortevoli e sicure la cui efficacia è stata oggetto di studi oggettivi e comprovati a livelli internazionale. Dimezzare il tasso di crescita significa arrivare in età adulta ad una bassa o media miopia anzichè ad una alta e significa offrire maggior salute ed efficienza agli occhi che ci fanno vedere il Mondo per tutta la nostra Vita.

Per ridurre la crescita miopica e garantire il benessere visivo non c’è spazio per l’improvvisazione, non esistono rimedi naturali né metodi della nonna ma esistono solo la scienza e la tecnologia e la loro corretta applicazione.

Consultando il medico oculista e l’ottico applicatore di lenti a contatto potete avere tutte le informazioni per accedere a questa incredibile ed innovativa tecnologia che puó e deve essere utilizzata già dagli 8 anni di età.

Ottica Omega è orgogliosa di essere una delle poche ottiche abilitate all’uso delle lenti a contatto morbide monouso per il rallentamento del peggioramento miopico e vi invita a chiedere ai nostri specialisti per una spiegazione dettagliata ed esaustiva.

* Secondo gli standard di Ottica Omega, l’applicazione delle lenti per il rallentamento della progressione miopica viene gestita con controlli periodici da parte del medico oculista.

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Ecco alcuni articoli:

Miopia in parole semplici

Leggi le opinioni dell’oculista e Opinion Leader dr. Pasquale Troiano nell’articolo de “Il tempo” 

Su SkyTG24 si parla dell’approvazione della FDA americana per le lenti a contatto a controllo miopico

 

Le lenti a contatto non sono tutte uguali. Semirigide o morbide, monouso o riutilizzabili, con o senza correzione astigmatica, multifocali. Potremmo scriverne per giorni.

Oggi però parliamo solo di una ristretta categoria: le lenti morbide, di ogni genere, sferiche, toriche o multifocali.

Permeabilità all’ossigeno e salute oculare.

La parte più sensibile e forse più importante del nostro occhio è la cornea, la parte trasparente della superficie esterna dell’occhio attraverso cui entrano i raggi luminosi che ci consentono di “vedere”. La cornea per preservare la sua trasparenza non ha vasi sanguigni e trae l’ossigeno che le serve a sopravvivere in salute da scambi diretti con i fluidi interni all’occhio sul suo lato interno e, soprattutto, con l’aria ambiente sul lato esterno. L’utilizzo di una lente a contatto morbida che, per il suo diametro, copre tutta la superficie della cornea, può ridurre gli scambi di ossigeno con l’aria generando quella che si chiama “ipossia” ovvero carenza di ossigeno alla cornea. Dall’ipossia si arriva a scompensi corneali più o meno gravi, spesso reversibili, ma che nel medio-lungo periodo possono compromettere seriamente la salute oculare. Edema, visione annebbiata, aloni, arrossamenti incapacità a vedere bene quando rimuoviamo le lenti e indossiamo gli occhiali possono essere alcuni, ma non tutti, dei segni che la nostra cornea sta soffrendo carenza di ossigeno.

Come scegliere la lente a contatto idonea.

La lente a contatto ha un’infinità di parametri che la caratterizzano: caratteristiche geometriche, raggio, diametro, forma del bordo, parametri ottici, affinità alla lacrima, idratazione, bagnabilità superficiale, modo di utilizzo, materiale, permeabilità all’ossigeno e così via. Per questa ragione essa deve essere scelta con professionalità da personale competente che possa assegnare la lente migliore ad ogni occhio e situazione di utilizzo, senza “vincoli” di tipo commerciale ma potendo scegliere fra tutte le lenti disponibili sul mercato.

Ma parlando solo di materiale e ossigenazione qual è la scelta migliore?

In termini di materiale e ossigenazione potremmo dire, a grandi linee, che più alto è il parametro DK (la capacità del materiale di far passare ossigeno) e meglio è. In realtà però non è così semplice e anche questa scelta va fatta con accortezza.

Per usi estremamente sporadici, di qualche ora al giorno o molto saltuario durante la settimana (tipicamente solo nel weekend), una lente in semplice hidrogel può essere una soluzione accettabile.

Per usi più frequenti, tipicamente tutti i giorni per più di mezza giornata, una lente in silicone-hidrogel magari di qualità “standard” diventa sicuramente la scelta necessaria.

Se poi si aggiunge che a volte capita di fare la “pennichella” pomeridiana di una mezz’ora magari senza rimuovere le lenti (cosa sconsigliata, ricordiamo che le lenti a contatto non prevedono la possibilità di dormirci, salvo indicazioni specifiche del medico-oculista in casi particolari) la lente ad alta permeabilità all’ossigeno diventa una necessità.

Dobbiamo ricordare infine che lenti di poteri elevati, lenti per astigmatici o lenti multifocali hanno per costruzione spessori più elevati delle lenti sferiche di basso potere con cui normalmente vengono fatti i test standard sui materiali. Questo significa che se una lente nominalmente ha un valore di permeabilità all’ossigeno accettabile, spesso nella realtà, con il potere e le caratteristiche finali della lente da indossare, avrà valori di permeabilità molto più bassi e incompatibili con la salute oculare. Ecco allora che servirà una lente con un DK di partenza più alto, ovvero un silicone hidrogel magari ad “alte prestazioni”.

La lente in silicone hidrogel inoltre ha anche altri vantaggi quali, ad esempio, il fatto che si disidrata solitamente meno di altre lenti quindi, sebbene appena messa possa sembrare più “presente” nell’occhio, dopo poche ore il suo comfort diventa superiore alle altre lenti, arrivando con comodità a fine giornata.

Ottica Omega: scelta personalizzata e controlli pre e post applicazione

Da Ottica Omega scegliamo, anche nei casi “semplici”, la lente più idonea per ogni persona solo dopo averne capito le esigenze e valutato le caratteristiche specifiche dell’occhio e programmiamo con il portatore una serie di controlli di follow-up per valutare la compatibilità della lente con l’occhio del portatore nel tempo.

Cerchiamo costantemente di promuovere l’utilizzo dei prodotti migliori e più rispettosi della salute oculare anche tramite iniziative commerciali come il nostro multipack di lenti in silicone-hidrogel monouso.

Questo articolo non può essere esaustivo e in alcun modo non si sostituisce al supporto e al consiglio di alcuna figura professionale. La terminologia usata non è da ritenersi scientifica ma, al contrario, mirata a rendere il più comprensibili possibili i concetti espressi.

Quella che segue è una traduzione di un articolo del BCLA (British Contact Lens Association) circa i rischi di infezione da Acanthamoeba.

Molto in breve possiamo dire che nell’acqua esistono dei microorganismi che naturalmente non sono pericolosi per l’occhio, ragione per cui possiamo fare il bagno in piscina o al mare, la doccia o lavare con acqua senza correre normalmente rischi. Questi microrganismi sono presenti in ogni tipo di acqua, anche quella in bottiglia o quella clorata delle piscine.

Quando questi microrganismi però incontrano un occhio di un portatore di lenti a contatto hanno delle facilitazioni non indifferenti per attaccarlo. Anzitutto l’occhio può essere leggermente abraso per la semplice rimozione o l’inserimento delle lenti, trovandosi così con le difese molto ridotte. Inoltre il microrganismo può sfruttare la lente a contatto come “nido”, come mezzo di stabilizzazione per avere il tempo necessario ad attaccare la cornea prima che la normale azione delle palpebre o della lacrima possano allontanarlo dall’occhio stesso.

Se questo organismo attacca l’occhio le conseguenze sono quasi sempre estreme e difficilmente recuperabili.

La miglior difesa è quindi la prevenzione, oltre che la massima attenzione nell’uso e la cura delle lenti secondo le indicazioni fornite.

Come ridurre il rischio di infezioni

Non permettere mai all’acqua di entrare in contatto con le lenti a contatto o con la custodia per lenti a contatto.

Non sciacquare mai le lenti con l’acqua del rubinetto poiché può contenere impurità che possono contaminare o danneggiare le lenti e causare gravi lesioni agli occhi e perdita della vista.

Se ritieni che le tue lenti a contatto o la custodia delle lenti a contatto possano essere state contaminate con acqua, sostituiscile immediatamente con altre nuove.

I problemi con le lenti a contatto sono fortunatamente rari ma la ricerca mostra che è più probabile che si verifichino se non vengono seguite le procedure igieniche raccomandate. Ecco perché è importante ascoltare attentamente i consigli dello specialista in lenti a contatto e seguire sempre le istruzioni sull’uso e la cura delle lenti, oltre a quelle del produttore delle lenti a contatto.

Cos’è l’infezione da Acanthamoeba

Un tipo di infezione che colpisce la cornea, la parte anteriore trasparente dell’occhio, è la cheratite da Acanthamoeba, una condizione rara ma molto dolorosa e pericolosa che può causare perdita della vista.

Negli Stati Uniti, circa l’85% dei casi si verifica negli utilizzatori di lenti a contatto. L’incidenza della malattia nei paesi sviluppati è approssimativamente da 1 a 33 casi per milione di portatori di lenti a contatto.

L’organismo che causa l’infezione, l’Acanthamoeba, è stato trovato in quasi tutti gli ambienti, inclusi suolo, polvere, acqua dolce e acqua di mare. L’Acanthamoeba si trova in piscine clorate, vasche idromassaggio, acqua di rubinetto domestica e persino nell’acqua in bottiglia. È anche presente, senza causare infezione, nei passaggi nasali di persone sane.

I fattori di rischio per l’infezione nei portatori di lenti a contatto includono:

Sintomi

I sintomi della cheratite da Acanthamoeba includono la sensazione di avere qualcosa negli occhi, lacrimazione, visione offuscata, sensibilità alla luce, gonfiore della palpebra superiore e dolore estremo. Se si verifica uno di questi sintomi, rimuovere le lenti a contatto e consultare immediatamente il medico oculista o il pronto soccorso.

Se l’infezione viene riconosciuta in anticipo, quando è interessato solo lo strato superficiale della cornea, si può provare a rispondere rapidamente mediante trattamento (non sempre efficace). Tuttavia, se l’infezione viene riconosciuta in un secondo momento, può essere necessario un trattamento intensivo fino a 12 mesi (non sempre efficace). L’infezione può ripresentarsi anche dopo il trattamento.

La maggior parte dei casi di cheratite da Acanthamoeba è prevenibile se i portatori di lenti a contatto seguono le istruzioni fornite dal loro specialista e sui loro prodotti per la cura delle lenti. I portatori di lenti a contatto che non rispettano queste istruzioni possono aumentare il rischio di infezione da Acanthamoeba e altri organismi.

Non tutte le soluzioni per lenti a contatto hanno la stessa capacità di disinfezione, quindi non è consigliabile cambiare soluzioni senza il consiglio del proprio specialista.

Una miniguida a cura della WHO – World Health Organization su come lavarsi le mani con efficacia. Da tenere presente sempre ed in particolare quando si usano le lenti a contatto.

WHO raccomandation handwashing

Microinquinamento da plastica

Sebbene possa sembrare che la plastica che compone le nostre lenti a contatto sia una quantità irrisoria, essa sta generando non pochi problemi ambientali. L’abitudine di gettare le lenti a contatto monouso direttamente nel WC fa sì che tonnellate di plastica (hai letto bene, TONNELLATE) si riversino ogni giorno nei sistemi di depurazione e filtrazione, danneggiandoli, riducendone l’efficacia e finendo poi con il generare un inquinamento da microparticelle plastiche forse ben più subdolo di quello visibile che ogni giorno abbiamo davanti agli occhi. Non vedere significa non rendersi conto della gravità del problema, non vedere significa venire a contatto e magari bere acqua inquinata ogni giorno senza rendersene conto.

Contenitori e scatolame: altri inquinanti

Non dimentichiamo infine che oltre alle lenti, completano il quadro inquinante gli astuccini (con una quantità di plastica ben maggiore) e le scatole in cartone. Tutti questi prodotti possono avere un impatto bassissimo se correttamente smaltiti o possono contribuire a rovinare il Mondo in cui viviamo se gestiti senza regole.

Ecco i consigli utili a gestire bene lo smaltimento delle vostre lenti a contatto.

Come smaltire le lenti a contatto

Per poter sfruttare al meglio ed usufruire il più a lungo possibile dei vantaggi che le lenti a contatto offrono è importante usarle bene, soprattutto per salvaguardare la salute dei propri occhi. Vi diamo alcuni suggerimenti da tenere in considerazione:

L’immagine in apertura dell’articolo riporta le indicazioni sintetiche standard della SOptI – Società Optometrica Italiana che rappresenta il riferimento standard per l’optometria e la tecnica di lenti a contatto in Italia.

Orari di apertura

PORTO SAN GIORGIO 

LUNEDI'
16:30 ~ 20:00

MARTEDI’ – SABATO
09:00 ~ 13:00      16:00 ~ 20:00
PORTO SANT'ELPIDIO

MARTEDI’ – SABATO
09:30 ~ 13:00    16:30 ~ 20:00
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